Stento a credere che si abbia così tanta fame di dati da non riconoscere rispetto verso di noi. Parlo delle software house che sviluppano sistemi operativi come Windows, Linux.
Diversi scandali hanno visto la luce in questi anni come spie inserite nei pc da Lenovo, frequenti e fastidiosi consigli per gli acquisti di Canonical nel suo Linux nell’effettuare ricerche.
Insomma anche Windows presenta qualche chicca discutibile rispetto alla voglia di racimolare informazioni sui suoi utilizzatori, a cominciare dalle abitudini, dalla posizione, dalla voce e dal tipo di ricerche effettuate con Cortana ed altro.
Ovviamente parliamo di funzionalità che sono documentate nelle clausole di licenza che si accettano nell’installare questo o quell’altro sistema, ma sinceramente quanti lo leggono prima di installare un sistema operativo o un software? Pochissimi e nel caso che si capisca bene cosa ci sia scritto, devi accettarlo se no il sistema non lo installi e quindi nemmeno lo usi.
Io non lo so, se da una parte posso sforzarmi a “capire” le aziende che inseriscono pubblicità e catturano dati dando gratuitamente i loro prodotti, non riesco a capire invece perchè acquisire dati personali ed abitudini anche in prodotti che paghi, tipo Windows.
Fortunatamente possiamo disattivare le funzioni che racimolano dati su di noi, ma questo non dovrebbe bastare a giustificare il perchè vengano inseriti, ne il perchè l’utente debba essere bersagliato di email, consigli e quant’altro possa indurre a comprare qualcosa senza che ne abbia dato il consenso. Non dovremmo in qualche modo reagire allo stesso modo di quando siamo ben seduti in procinto di cenare e arriva la bella telefonata di un call center che ci vuole vendere qualcosa?
Mi chiedo se tutto ciò abbia un senso oltre il marketing… Può essere che la Facebook patologia sia passata anche alle aziende perchè hanno capito che non ce ne frega niente se registrano tutto su di noi?